«Paris strikes again». La Francia si conferma “allergica” a pluralismo e diritti linguistici

[Marco Stolfo]

La solita storia, la solita canzone

Una legge approvata in parlamento, impugnata davanti al tribunale costituzionale ancor prima di entrare in vigore e da questo dichiarata parzialmente incostituzionale, che è stata pubblicata senza le parti “incriminate” e pertanto pare destinata ad avere un impatto assai limitato, a meno che dalle mobilitazioni che hanno avuto luogo proprio in risposta a questa sequenza di fatti, giudizi e pregiudizi non parta una nuova iniziativa legislativa o venga addirittura avviata una riforma costituzionale.

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Quella pagina che non si gira (Riflessioni sul voto catalano del 14 febbraio)

[Andrea Geniola]

Le elezioni regionali catalane per il rinnovo del parlamento autonomo della Generalitat de Catalunya, celebrate 14 febbraio, ricalcano per molti aspetti i precedenti passaggi elettorali catalani dell’ultima decade. Quello che le renderà più o meno “storiche” ovvero storicamente importanti e politicamente significative sarà l’uso che si farà del loro risultato e le circostanze nelle quali potrà svilupparsi. Continua a leggere “Quella pagina che non si gira (Riflessioni sul voto catalano del 14 febbraio)”

Spagna. La sentenza delle urne e la patria che non ti aspetti

esto es españa

[Andrea Geniola]

Il voto spagnolo del 10 novembre è stato accompagnato da una serie di commenti, financo di analisi anticipate del voto, che da sole facevano prevedere un risultato preoccupante. I sondaggi avvertivano circa la crescita dell’estrema destra di Vox e quindi un po’ tutti ci hanno messo bocca per preparare il lettore italiano allo shock di vedere un’estrema destra esplicita occupare un numero considerevole di seggi alle Cortes di Madrid: dall’onnipresente Javier Cercas intervistato da Aldo Cazzullo sul Corsera al Presidente uscente Pedro Sánchez su “Il Sole 24 Ore”), entrambi alla vigilia del voto. Continua a leggere “Spagna. La sentenza delle urne e la patria che non ti aspetti”

Catalogna: i miti e la realtà

Vaga

[Joan Sebastià Colomer]

C’è una certa sinistra in Catalogna che non solo non ha mai ottenuto alcuna significativa conquista sociale, ma che fa dell’obbedienza allo status quo il suo modus vivendi. E ora che il suo approccio primitivo e infantile alla questione nazionale è stato superato dagli eventi, deve fare le capriole affinché la realtà non smentisca i suoi miti. Andreu Mayayo e Paola Lo Cascio, autori di un articolo intitolato “Pep Guardiola non è una mondina” recentemente pubblicato da Il Manifesto, rientrano in questa categoria. Continua a leggere “Catalogna: i miti e la realtà”

Spagna: nessuna “avanzata delle sinistre”. L’incognita alleanze e il macigno della questione catalana

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[Marco Santopadre]

Proviamo a proporre una lettura ragionata delle elezioni generali spagnole di domenica, che in molti, non a torto, hanno definito storiche.

Partiamo intanto dall’aumento consistente della partecipazione al voto, che cresce dal 66.48% del 2016 al 75.75% di domenica. L’affollamento dei seggi è il risultato di più fattori: intanto la mobilitazione di alcuni settori dell’elettorato genericamente progressista che ieri hanno deciso di andare alle urne per frenare il preannunciato boom dell’estrema destra; l’attivazione di una parte importante dell’elettorato indipendentista soprattutto in Catalogna, ma anche nel Paese Basco, che in genere non partecipa alle elezioni statali ma che stavolta ha deciso di farlo per dare un segnale contro la repressione seguita al referendum per l’autodeterminazione catalana del 2017; una maggiore offerta politica dall’estrema destra alla sinistra radicale, che ha invogliato al voto alcuni settori che di norma si astengono non sentendosi rappresentati. Continua a leggere “Spagna: nessuna “avanzata delle sinistre”. L’incognita alleanze e il macigno della questione catalana”

Il grande bluff di Pedro Sánchez

Madrid-10feb2019-

[Marco Santopadre]

Il premier spagnolo, il socialista Pedro Sánchez, ha convocato le elezioni il prossimo 28 aprile. La decisione è arrivata dopo che l’altro ieri un’ampia maggioranza della Camera dei Deputati ha bocciato la sua proposta di Legge di Bilancio. A votargli contro sono stati, per motivi opposti, le destre – PP e Ciudadanos – i partiti catalani e la coalizione basca di sinistra EH Bildu. Anche alcuni parlamentari delle liste locali associate a Podemos hanno votato contro o si sono astenuti, contrariamente a quanto aveva disposto la formazione guidata da Pablo Iglesias. Continua a leggere “Il grande bluff di Pedro Sánchez”

Catalogna: Il primo giorno di ottobre, un anno dopo

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[Marco Santopadre]

E’ passato poco più di un anno dal referendum per l’autodeterminazione organizzato in Catalogna da un vasto e variegato fronte politico e sociale. Nel corso degli ultimi mesi, in un contesto dominato dallo shock determinato da una repressione spagnola – e da un sostegno europeo a Madrid – assai più dura di quella attesa e dall’impossibilità di concretizzare la Repubblica Catalana, il fronte di allora si è frammentato e rimescolato. Continua a leggere “Catalogna: Il primo giorno di ottobre, un anno dopo”

Nazionalismo e sovranità popolare. Riflessioni sull’autunno catalano

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[Marco Santopadre]

L’1 ottobre dello scorso anno circa metà dei catalani è andata alle urne per il referendum sull’autodeterminazione, sfidando i divieti del governo di Madrid e la indiscriminata repressione realizzata da un vero e proprio esercito di occupazione. In un continente in cui il tasso di partecipazione alle elezioni scema di anno in anno, in Catalogna abbiamo visto non solo attivisti politici o sindacali, ma anche tante persone comuni resistere alle manganellate, ai calci e ai pugni degli agenti in tenuta antisommossa pur di difendere la “volontà popolare”. Continua a leggere “Nazionalismo e sovranità popolare. Riflessioni sull’autunno catalano”

L’appartamento spagnolo, cinematografia popolare e questione catalana

l'auberge espagnole

[Marco Laurenzano]

Xavier (Romain Duris) è un giovane sfortunato. Vive in una cupa e tetra città del nord Europa (Parigi), è fidanzato con una ragazza sgradevole ed irritante (Audrey Tatou appena uscita dal trionfo di Amelie) e si prepara, una volta finita l’università, a diventare un potente funzionario del ministero dell’economia. Per sfuggire a questo triste destino si imbarca verso Barcellona, dove trascorrerà un periodo come studente Erasmus.
Comincia così L’appartamento spagnolo, una coproduzione franco-spagnola uscita in sala nel 2002. Giunto a Barcellona, dopo qualche vicissitudine Xavier trova casa in un appartamento insieme ad altri studenti Erasmus provenienti da tutta Europa (l’auberge espagnole del titolo originario, che indica un luogo dove si lasciano le proprie cose e si vive tutti insieme), metafora esplicita del vecchio continente finalmente riunito in un unico spazio relazionale. Continua a leggere “L’appartamento spagnolo, cinematografia popolare e questione catalana”